La salute come diritto umano tra interesse collettivo e pretese individuali. Il caso dei vaccini in Italia

Resumen

In quali casi e in che misura può essere limitato il diritto individuale di autodeterminazione in ambito terapeutico, affinché possa essere garantito il più ampio diritto alla salute inteso come interesse collettivo? E come equilibrare il diritto alla salute e la libertà di informazione? Tali questioni vengono analizzate osservando quanto accaduto di recente in Italia, dove, a fronte di una situazione di emergenza, è stato reintrodotto l’obbligo di effettuare alcune vaccinazioni. I differenti snodi problematici implicati (la libertà di coscienza come fondamento del diritto alla libera scelta, il difficile rapporto tra autonomia individuale e azione dello stato, il ruolo dei media nella comunicazione, solo per citare i principali) vengono affrontati a partire dagli strumenti messi a disposizione dalla teoria dei sistemi sociali. L’analisi della bibliografia di stampo socio-giuridico relativa alle vicende italiane viene dunque arricchita dalla riflessione teorica, per fornire una chiave di lettura dei conflitti esistenti tra media, opinione pubblica, sistema politico e scienza. L’ipotesi di lavoro è che la salute possa essere tutelata effettivamente – essendo dunque un diritto concreto ed esigibile – solo se intesa come interesse collettivo, che lo Stato tenta di garantire attraverso la limitazione delle possibilità di avanzare rivendicazioni e pretese (perlopiù individuali, secondo il fenomeno della cosiddetta “inflazione di pretese”). Il caso italiano rappresenterebbe – questa la tesi – un esempio concreto di tale opzione.